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APARTHEID

STOP SILENCE - SILENCE KILLS


Nella lingua africana la parola “apartheid” ha il significato letterale di “separazione”, per indicare appunto la divisione creata tra la razza bianca e quella nera.
Il termine "'apartheid'" è stato usato in senso politico per la prima volta nel 1917 dal primo ministro sudafricano Jan Smuts, ma solo dopo la vittoria del National Party alle elezioni del 1948l'idea venne trasformata in un sistema legislativo compiuto. I principali ideologi dell'apartheid furono i primi ministri Daniel François Malan (in carica dal 1948 al 1954), Johannes Gerhardus Strijdom (dal 1954 al 1958) e Hendrik Frensch Verwoerd (vero e proprio "architetto dell'apartheid", in carica dal 1958 fino al suo assassinio nel 1966). Quest'ultimo definiva l'apartheid come "una politica di buon vicinato". Tale politica di discriminazione razziale, era composta da vere e proprie   “leggi dell’apartheid”, nelle quali si stabiliva una netta distinzione della popolazione in tre gruppi razziali principali: bianco, nero africano e “coloured”, cioè appartenente ad una razza mista.
In Sudafrica, mentre i neri e i meticci costituivano l'80% circa della popolazione, i bianchi si dividevano in coloni di origine inglese ed afrikaner. Gli afrikaner, che costituivano la maggioranza della popolazione bianca, erano da sempre favorevoli ad una politica razzista; mentre i sudafricani di origine inglese, malgrado il sostanziale appoggio dell'apartheid, erano più concilianti nei confronti dei connazionali neri.
Con le elezioni del 1923 vennero introdotti nel paese i primi elementi di segregazione razziale, ma nel 1939 Jan Smuts (ex capo del governo sudafricano) tornò al potere e il nazionalismo afrikaner non poté proseguire il suo progetto politico.
Durante la seconda guerra mondiale un gruppo di intellettuali afrikaner influenzati dal nazismo completò la teorizzazione del progetto dell'apartheid. La filosofia dell'apartheid affermava di voler dare ai vari gruppi razziali la possibilità di condurre il proprio sviluppo sociale in armonia con le proprie tradizioni. Più tardi venne creata un'organizzazione segreta per promuovere gli interessi degli afrikaner.

Un’ulteriore distinzione venne introdotta dopo: quella tra indiani e pakistani. Queste leggi regolavano e condizionavano i comportamenti quotidiani di ogni individuo a seconda della categoria cui apparteneva. Le relazioni interrazziali non erano affatto favorite, anzi: esistevano luoghi da frequentare separatamente, zone dei mezzi pubblici riservate solo ai bianchi, spiagge a cui i neri non potevano accedere.

Istituzione dell'apartheid 
L'apartheid prese definitivamente forma nel 1948. Le principali leggi che costituivano il sistema erano[3]:
  • proibizione dei matrimoni interrazziali;
  • legge secondo la quale avere rapporti sessuali con una persona di razza diversa diventava un fatto penalmente perseguibile;
  • legge che imponeva ai cittadini di essere registrati in base alle loro caratteristiche razziali (Population Registration Act);
  • legge che permetteva di bandire ogni opposizione che venisse etichettata dal governo come "comunista" (usata per mettere fuorilegge nel 1960 l'African National Congress (ANC), la più grande organizzazione politica che includeva i neri, di stampo socialista, ma non comunista);
  • legge che proibiva alle persone di diverse razze di entrare in alcune aree urbane;
  • legge che proibiva a persone di colore diverso di utilizzare le stesse strutture pubbliche (fontane, sale d'attesa, marciapiedi, etc.);
  • legge che prevedeva una serie di provvedimenti tutti tesi a rendere più difficile per i neri l'accesso all'istruzione;
  • legge che sanciva la discriminazione razziale in ambito lavorativo;
  • legge che istituiva i bantustan, ghetti per la popolazione nera, nominalmente indipendenti ma in realtà sottoposti al controllo del governo sudafricano;
  • legge che privava della cittadinanza sudafricana e dei diritti a essa connessi gli abitanti dei bantustan.
  • legge che costringeva la popolazione nera a poter frequentare i quartieri della gente "bianca" solo con degli speciali passaporti
Nel 1956 la politica di apartheid fu estesa a tutti i cittadini di colore, compresi gli asiatici. Negli anni sessanta, 3,5 milioni di neri, chiamati bantu, furono sfrattati con la forza dalle loro case e deportati nelle "homeland del sud". I neri furono privati di ogni diritto politico e civile. Potevano frequentare solo l'istituzione di scuole agricole e commerciali speciali. I negozi dovevano servire tutti i clienti bianchi prima dei neri. Dovevano avere speciali passaporti interni per muoversi nelle zone bianche, pena l'arresto.

Lotta contro l'apartheid

Un cartello dell'epoca dell'apartheid
In un primo tempo sia neri che bianchi organizzarono proteste contro l'apartheid, in genere brutalmente soffocate dalle forze di sicurezza governative. Nei primi anni sessanta l'Umkhonto we Sizwe, l'ala armata dell'ANC, iniziò a usare la forza, limitandosi però ad azioni di sabotaggiocontro obiettivi strategici come centrali elettriche e altre infrastrutture. Nel 1975, i burocrati decisero di fare rispettare una legge a lungo dimenticata: ogni norma doveva essere scritta in lingua afrikaans. La legge fu estesa a tutte le scuole, imponendo che le lezioni fossero tenute metà in inglese e metà in afrikaans.[4]
Forti furono anche le pressioni internazionali, anche nel mondo dello sport; infatti a causa dell'apartheid il Sudafrica fu escluso fino agli anni ottanta dalle partecipazioni alle Olimpiadi. Inoltre ci fu il boicottaggio africano alle Olimpiadi del 1976, come protesta perché la nazionale di rugbyneozelandese aveva giocato alcune partite con la squadra sudafricana.

Nel 1912 fu fondato l’African National Congress (ANC) da un’organizzazione di neri, per contrastare l’apartheid. Il governo rispose violentemente con la repressione, sopprimendo le organizzazioni che lottavano per eliminare le differenze razziali, ma dovette cedere quando il Sudafrica venne isolato e condannato a livello internazionale proprio a causa dell’apartheid.
Le cose cominciarono a cambiare dagli anni Settanta, quando il governo permise alle rappresentanze sindacali dei neri di entrare in politica. Le Nazioni Unite intervennero a condannare apertamente la politica razziale dell’apartheid nel 1961.
Le pressioni internazionali per fermare l’apartheid giunsero anche da altri settori, come quello sportivo: il Sudafrica venne escluso dalle Olimpiadi nel 1980, e qualche anno prima, nel 1976, l’Africa boicottò le Olimpiadi in segno di protesta.
Nel 1984 fu promulgata una Costituzione che attribuì la rappresentanza parlamentare solo ai bianchi e ai “coloured”, mentre ai neri non fu estesa tale possibilità. Nel 1990 fu eliminata la condanna nei riguardi dell’African National Congress, ed il presidente Frederick de Klerk liberò Nelson Mandela, il fautore della lotta contro l’apartheid.
Nel 1993, proprio grazie all’intervento di Mandela, il Sudafrica gettò le prime basi per la democrazia. Nel 1994 Nelson Mandela fu eletto presidente del governo, che comprendeva al suo interno anche il Partito Nazionale. Mandela è il primo presidente nero in tutta la storia del continente sudafricano.
Nelson Mandela
Nel 1994 per la prima volta tutte le razze ebbero uguale diritto di voto. Militante del movimento anti-apartheid, Nelson Mandela è nato a Mvezo il 18 luglio 1918. La sua attività a favore del riconoscimento dei diritti dei neri lo ha reso un eroe, un paladino della libertà.
Proprio a causa della sua lotta contro ogni forma di discriminazione razziale il politico sudafricano viene arrestato e accusato di tradimento. Il 12 giugno 1964 viene condannato all’ergastolo. Anche durante la prigionia, Mandela seguì sempre con grande interesse ed entusiasmo l’attività del movimento che intanto raccoglieva grandi consensi. Lo slogan “Nelson Mandela libero” era inneggiato in tutto il mondo: le campagne anti-apartheid erano ormai presenti dappertutto.
Nelson Mandela restò in carcere fino al 1990, dopo ventisette anni di prigionia, fu rilasciato a Febbraio per ordine del presidente sudafricano F.W. de Klerk. Ottenuta la carica di Presidente del governo sudafricano, nel 1994, Mandela affidò la vicepresidenza proprio a de Klerk.
Nel 1999 Mandela lasciò il mandato, pur continuando sempre la sua battaglia a favore dei diritti sociali ed umani. A Nelson Mandela è stato consegnato il Nobel per la pace nel 1993. Nel 2008, in occasione del novantesimo compleanno di Mandela, si è svolto un grande concerto all’Hyde Park di Londra: erano presenti circa cinquecentomila persone.
La casa in cui il presidente sudafricano visse a Soweto è ora sede di un museo interamente dedicato a lui. Il 27 aprile si celebra l’anniversario delle elezioni a suffragio universale che hanno portato al governo l’African National Congress (ANC) in Sudafrica, ed è appunto considerato il giorno della Festa della Libertà.
La vita di Nelson Mandela è un modello di forza ed eroico coraggio: per questo viene considerato un emblema per le generazioni di tutti i tempi. Monumenti e riconoscimenti gli sono stati attribuiti in tutte le parti del mondo.

L'APARTHEID palestinese
E' assurdo, ma vero: Israele ha imposto nei Territori occupati palestinesi un sistema di apartheid di cui sono vittima i palestinesi. Il regime discriminatorio si manifesta a diversi livelli di intesità e in modalità specifiche contro diverse categorie di Palestinesi, a seconda di dove essi vivono. I palestinesi che vivono sotto un regime militare nei Territori occupati sono soggetti a una forma particolarmente aggravata di apartheid.come è evidente nells Striscia di Gaza..


dove sono tutt'ora in atto:

- L’ampia deprivazione della vita dei palestinesi attraverso operazioni militari, una politica di uccisioni mirate, e l’inusitata violenza contro le manifestazioni;


-Torture e maltrattamenti dei palestinesi in un diffuso contesto di privazione delle libertà attraverso una politica di arresti arbitrari anche di minorenni (detenzione amministrativa senza processo).


- Costruzione di muri alti 8 metri che costringono i palestinesi di Gaza a vivere dentro un recinto , una sorta di ghetto da dove è impossibile uscire e difficilissimo entrare. La costruzione di questi muri della vergogna continua e adesso Israele sta limitando anche l'accesso a Gerusalemme nella zona della Cisgiordania. 

-Una sistematica violazione dei diritti umani che preclude lo sviluppo  e impedisce ai palestinesi di svolgere una normale vita politica, economica, sociale e culturale. I coloni israeliani continuano ad avanzare  distruggendo abitazioni e uliveti e insediandosi  I molti profughi palestinesi sono anch’essi vittime di apartheid in virtù del perpetuarsi della negazione del loro diritto al ritorno nele loro case così come delle leggi che hanno rimosso i loro diritti alla proprietà e alla cittadinanza. Le politiche di trasferimento coatto della popolazione rimangono costanti, soprattutto nei Territori occupati;

-I diritti civili e politici dei palestinesi, incluso il diritto al movimento, alla casa, all’espressione e alla libera associazione sono pesantemente limitati. I diritti socio economici dei palestinesi sono inoltre condizionati negativamente dalle politiche discriminatorie israeliane nelle sfere dell’educazione, della salute e dell’abitare.
.......................................E IL MONDO STA A GUARDARE?

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